Il ricercatore Robert M.Sapolsky introduce una riflessione interessante su come le attuali tipologie di malattie degli esseri umani risulterebbero sconosciute sia ai nostri antenati che a molti altri mammiferi: egli sostiene che “viviamo abbastanza bene e abbastanza a lungo da cadere piano piano a pezzi.”

Le malattie dell'era moderna sono prevalentemente “malattie da lenta accumulazione di danni” come cardiopatie,tumori, disturbi cardiovascolari. Nell'insorgenza di questi disturbi gioca un ruolo importante il complesso intreccio di biologia ed emozioni che interagiscono attraverso la relazione sempre più innegabile di sensazioni, emozioni, pensieri e personalità. Di fronte alle situazioni di pericolo, il cervello valuta se attivare lo stato di allerta e, nella reazione di allarme, i sistemi neuro-endocrino, cardiovascolare e immunitario si coordinano per rispondere anticipatamente ad una possibile richiesta o minaccia ma purtroppo, il prezzo da pagare per questa efficienza è che uno stato d’allerta frequente o prolungato (per esempio ansia d’anticipazione e di prestazione) può indurre trasformazioni fisiologiche che, sebbene vantaggiose nel breve periodo di fronte ad una minaccia improvvisa, possono causare, se mantenute nel lungo periodo, l’insorgere di stati patologici.

 

Lo stress di ieri e di oggi

“Dal punto di vista evolutivo la reazione di stress serviva originariamente ad affrontare situazioni d’emergenza, per esempio a darci lo sprint necessario per catturare una preda o per evitare di diventarlo noi stessi . Il problema è che i primati, umani e non, sono molto intelligenti e abbastanza ben organizzati da avere tempo libero a sufficienza per rendersi infelici uno con l’altro e stressarsi reciprocamente. Insomma, per utilizzare questo tipo di risposta per ragioni puramente psicologiche. Il problema è che la reazione di stress non si è evoluta per questo scopo, ed un’attivazione cronica ci mette a rischio di diverse malattie, come mostrano gli studi comparativi su primati e umani” . (R. Sapolsky – Perché alle zebre non viene l’ulcera? – Orme editori)

Se la nostra risposta allo stress si innesca frequentemente o se l'individuo non riesce a recuperare uno stato di equilibrio non appena terminato l’evento stressante, ci predisponiamo più facilmente alla malattia generata dalla lenta accumulazione di danni.

Mentre da quando l'essere umano ha fatto la sua comparsa sulla terra, sono trascorsi millenni durante i quali la nostra specie si è potuta attrezzare geneticamente in modo lento e graduale per affrontare le sfide e le minacce che incontrava, oggi invece la velocità dell'iper-sviluppo tecnologico, economico, sociale e culturale che ha caratterizzato l'epoca moderna, crea circostanze di vita alle quali l'individuo non riesce a tener testa perché la selezione naturale prevede tempi più lunghi rispetto a quelli accelerati della modernità e alla fine non riusciamo a stare al passo con i cambiamenti che la vita ci chiede, se non in minima parte.

 

La Mindfulness crea risorse contro lo stress di oggi

La Mindfulness è un antidoto efficace a questo epocale squilibrio evolutivo perché, attraverso le pratiche di consapevolezza, ci addestra a contestualizzare il pericolo, produrre le risposte più congrue, riattivando contemporaneamente la neuroplasticità cerebrale per creare integrazione neurale e auto-regolazione, ovvero supplendo a quello scarto temporale a causa del quale la rapidità del progresso tecnologico ci ha lasciato evoluzionisticamente indietro.

Mentre di fronte alle minacce primitive, per gli esseri viventi era importante ripristinare un livello adeguato di stabilità interna (omeostasi) dell'organismo dopo aver superato una prova stressante, per gli esseri umani dell'epoca moderna invece potrebbe essere necessario un altro approccio al ripristino della salute del corpo e della mente che punti a favorire un processo adattivo di mantenimento della stabilità attraverso il cambiamento (allostasi).

“Ciò significa che un organismo sotto stress NON si sforza di riportare i suoi sistemi omeostatici ai loro valori normali di equilibrio ma mette in atto un’ampia gamma di modificazioni fisiologiche finalizzate al raggiungimento di un nuovo equilibrio, capace di metterlo nelle migliori condizioni per affrontare le nuove sfide ambientali”. (R. Sapolsky – Perché alle zebre non viene l’ulcera? – ed. Orme)

 

L'importanza dell'attenzione consapevole

All'interno di quest'ottica, la Mindfulness diventa centrale per coltivare quello strumento che, più di tutti, rende questo processo fattibile: l'attenzione.
Porre un'attenzione attiva e intenzionale verso la nostra esperienza ci permette di riconoscere quali siano le nostre reali esigenze in quel momento, quali alternative di soluzioni sono disponibili per risolvere quella particolare situazione, quali risorse possiamo mettere in campo e come recuperarle.

a) L'autoregolazione

Riuscire a portare l'attenzione consapevole nella nostra quotidianità significa potenziare la nostra capacità di autoregolazione, ovvero quella competenza che consente ad ogni essere vivente di preservare una forma di equilibrio nella propria vita e allo stesso tempo adeguarsi al cambiamento sapendo leggere i propri bisogni e le proprie emozioni.

Adottando un'ottica sistemica del rapporto tra uomo e ambiente, che è un presupposto essenziale nella Mindfulness, si può affermare che un sistema vivente, e quindi anche un individuo, per gestire i rapporti con l'esterno e mantenere la propria salute interna, necessita di autoregolazione, ossia quel processo attraverso cui il sistema vivente riesce, nel contempo, a mantenere la stabilità del proprio funzionamento e ad adattarsi a nuove circostanze.

b) La presenza mentale

Per autoregolarsi deve saper direzionare l'attenzione verso quegli elementi della propria realtà interna ed esterna rilevanti al fine di creare equilibrio, questo significa che è in connessione con il mondo interno ed esterno, è presente a se stesso e alla realtà esterna e quindi lavorerà efficientemente per la propria sopravvivenza.

A contrario, quando non c'è la capacità di essere recettivi e attenti alla nostra esperienza sia interna che esterna, si genera sregolazione, ovvero l'equilibrio del sistema di feed-back svanisce a causa di una sconnessione col mondo circostante e la disattenzione, al contrario, promuove un sistema sregolato che perde la sua stabilità dinamica, diventa meno ritmico e più disordinato, un sistema in cui prevale la disconnessione. Questo comportamento disordinato viene generalmente descritto come malattia.

Ricapitolando:
- l'attenzione è alla base dell'autoregolazione che si fonda sulla connessione per generare salute;

- la disattenzione è alla base della sregolazione che si fonda sulla disconnessione per generare malattia

La Mindfulness coltiva e sostiene il muscolo dell'attenzione per renderci coscienti e responsivi nei confronti dei feed-back del nostro organismo inteso come unica entità mente-corpo. Ad esempio “se mangiamo per una ragione diversa dal fatto che il corpo ci invia un messaggio di fame, per esempio perché ci sentiamo ansiosi, depressi, svuotati, annoiati, insoddisfatti, questa è una forma di disattenzione ai feed-back del nostro organismo. ( J. Kabath-Zinn, Vivere momento per momento – ed. Tea)

 

Una percezione del mondo nuova e vivida

La Mindfulness sviluppa la nostra capacità di ri-percezione, ovvero la possibilità di vedere le cose in modo nuovo grazie ad un' accresciuta attitudine alla non-reattività, all'osservazione, all'azione consapevole, all'atteggiamento non giudicante nei confronti della nostra esperienza.

Le neuroscienze ci dimostrano che la pratica di consapevolezza Mindfulness promuove le funzioni integrative della corteccia prefrontale implicate nei processi di regolazione corporea, sintonizzazione interpersonale, stabilità emotiva, flessibilità di risposta, conoscenza di sé e capacità d'intuizione (Daniel J. Seagel, “Mente e cervello”- Raffaello Cortina Editore)

I Corsi MBSR (MIndfulness Based Stress Reduction) forniscono ai partecipanti un valido strumento per recuperare quelle risosrse necessarie a prendersi cura di sé, imparando a riconoscere gli eventi stressanti, gli effetti che questi hanno su di noi e a ristabilire una sana connessione tra mente e corpo.