A volte può essere complicato orientarsi nel variegato mondo della meditazione perché esistono tante tecniche meditative e diversi obiettivi da esse perseguiti. In questo articolo ci concentreremo sulla Mindfulness e su come funziona praticamente anche se il percorso interiore e di crescita ad essa collegato è molto più complesso e sfaccettato della pura tecnica o della breve descrizione che seguirà.
Lo stato di coscienza che si coltiva durante la meditazione di consapevolezza o Mindfulness è uno stato di presenza aperto ad incontrare la realtà per come si manifesta a noi in quel momento, sospendendo giudizio e aspettative, mantenendo un atteggiamento accogliente e disponibile verso l'esperienza del momento presente, sia essa gradevole o sgradevole, attraverso la capacità di osservare in modo attento e profondo non solo il mondo esterno ma anche quello interno, ovvero le sensazioni, le emozioni e i pensieri che ci attraversano. Allenare questa attitudine di focalizzazione ci permette di conoscere sempre meglio quali siano gli inneschi di certi comportamenti, di alcuni stati d'animo che sono in grado di condizionare notevolmente le scelte e le relazioni nella nostra vita.
La pratica di Mindfulness seduta
La meditazione di consapevolezza si pratica generalmente seduti su un cuscino da meditazione (zafu) o su un panchetto da meditazione o semplicemente su una sedia purché questa ci garantisca di mantenere una posizione eretta, vigile e attenta. Man mano che si va avanti nel percorso di apprendimento delle tecniche di Mindfulness, ci cimentiamo anche nella meditazione camminata, quindi dinamica, che implica la possibilità di esercitare lo stato di consapevolezza anche durante il movimento seguendo determinate istruzioni che, gradualmente, vengono sempre più interiorizzate e di conseguenza applicate anche ad altre azioni della vita quotidiana.
All'inizio del training impariamo ad entrare in contatto con il nostro respiro e le nostre sensazioni, esercitando la pazienza di stare nella posizione seduta, in contatto con l'esperienza così com'è. Già in questa fase possiamo scoprire degli aspetti di noi molto interessanti che potrebbero diventare degli utili spunti di riflessione ma anche degli strumenti di lavoro o degli obiettivi verso cui indirizzare le nostre energie mentali.
Ad alcuni potrebbe sembrare noioso, ma in realtà dimorare nel respiro e nel corpo è un'impresa spesso molto ardua, ricca di scoperte e densa di significato. Man mano che si diventa più esperti nella pratica di consapevolezza, cominciamo ad estendere la nostra attenzione anche alle emozioni e ai pensieri che caratterizzano la nostra esperienza del momento presente e anche in questo caso spesso restiamo sorpresi dalla varietà d'informazioni che apprendiamo su di noi, sulle nostre paure, tensioni fisiche e mentali, aspettative, desideri, inibizioni, condizionamenti...a volte riuscire ad accogliere ed esplorare queste parti di noi diventa una vera e propria sfida e lo è ancor di più se, durante la pratica, cerchiamo di mantenere sullo sfondo un atteggiamento non giudicante e amichevole verso noi stessi.
Come orientare l'attenzione nella Mindfulness
La focalizzazione interiore che si esercita nella pratica di Mindfulness, si basa su una visione penetrativa: “Qui la consapevolezza, anziché soffermarsi su una singola cosa a esclusione di tutte le altre (come nella totale concentrazione), rimane aperta all'osservazione di tutto ciò che sorge nella mente. La capacità di mantenere questa presenza mentale (questa Mindfulness), uno stato di attenzione vigile ma non reattiva, varia a seconda della nostra abilità di rimanere focalizzati su un singolo punto.”(Daniel Goleman, Richard J. Davidson,2017)
Permanere in una condizione di presenza mentale significa poter osservare la nostra esperienza interna ed esterna senza lasciarci trascinare dalla reattività e, se ciò non è possibile, allora utilizzare la reattività e le sensazioni, emozioni e pensieri a questa connessi, come nuovo oggetto della nostra attenzione.
Il percorso MBSR
Il percorso MBSR si sviluppa durante le otto settimane previste dal protocollo e gli incontri sono a cadenza settimanale proprio per permettere ai partecipanti di mantenere una continuità nella pratica e interiorizzare sia le tecniche che i principi e le attitudini mindful.
Durante gli incontri di gruppo si lavora molto anche sulla postura più corretta da assumere, sulla consapevolezza delle nostre reazioni agli eventi stressanti, sulla capacità di stare in raccoglimento nel silenzio, in contatto profondo con noi stessi, sulle riflessioni nate dallo scambio col gruppo, affinando la nostra capacità di distinguere i vari sentieri che può percorrere la nostra mente quando si allontana o si avvicina allo stato di consapevolezza della Mindfulness.
Alla fine del percorso i partecipanti sono in grado di praticare autonomamente, con metodo, scoprire come la mente sia un insieme di processi e comprendere sempre meglio come districarsi nel labirinto dei propri pensieri, in questo modo comincia a cambiare la relazione con la nostra esperienza interiore.
Per continuare a beneficiare dei risultati raggiunti a fine corso, è importante mantenere viva la pratica nella quotidianità perché in questo modo possiamo indurre cambiamenti sia funzionali che strutturali nel nostro cervello. Uno studio di Tammi R. A. Kral del 2017 ha dimostrato che i cervelli dei praticanti esperti riportano un livello di reattività dell'amigdala (parte del cervello che funge da radar neurale per le minacce) più basso di quello presente nei cervelli dei non praticanti e questo significa che i meditanti che praticano con costanza vengono trascinati meno dalle loro emozioni e controllano meglio il dirottamento emotivo e la loro reazione di allerta e paura di fronte agli stimoli ambientali.